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guerra di santi. | 177 |
cotti alla donna che avete sotto il braccio. In tal caso non c’è più nè cristi nè diavoli, e si mette sotto i piedi quel po’ di rispetto che si ha anche per gli altri santi, che infine fra di loro son tutti parenti. Se si è in chiesa, vanno in aria le panche, nelle processioni piovono pezzi di torcetti come pipistrelli, e a tavola volano le scodelle.
— Santo diavolone! — urlava compare Nino, tutto pesto e malconcio. — Voglio un po’ vedere chi gli basta l’anima di gridare ancora viva San Pasquale!
— Io! — rispose furibondo Turi il «conciapelli» il quale doveva essergli cognato, ed era fuori di sè per un pugno acchiappato nella mischia, che lo aveva mezzo accecato. — Viva San Pasquale sino alla morte!
— Per l’amor di Dio! per l’amor di Dio! — strillava sua sorella Saridda, cacciandosi tra il fratello ed il fidanzato, chè tutti e tre erano andati a spasso d’amore e d’accordo sino a quel momento.