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146 | la lupa. |
accanto alla sua casa, e lo scricchiolio del torchio non la faceva dormire tutta notte.
— Prendi il sacco delle olive, disse alla figliuola, e vieni con me.
Nanni spingeva con la pala le ulive sotto la macina, e gridava Ohi! alla mula perchè non si arrestasse. — La vuoi mia figlia Maricchia? gli domandò la gnà Pina. — Cosa gli date a vostra figlia Maricchia? rispose Nanni. — Essa ha la roba di suo padre, e dippiù io le do la mia casa; a me mi basterà che mi lasciate un cantuccio nella cucina, per stendervi un po’ di pagliericcio. — Se è così se ne può parlare a Natale, disse Nanni. — Nanni era tutto unto e sudicio dell’olio e delle ulive messe a fermentare, e Maricchia non lo voleva a nessun patto; ma sua madre l’afferrò pe’ capelli, davanti al focolare, e le disse co’ denti stretti: — Se non lo pigli ti ammazzo!
La Lupa era quasi malata, e la gente andava dicendo che il diavolo quando invecchia si fa eremita.