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Mio core in mano, e nelle braccia avea
47[47 Madonna involta] Donna avvolta in un drappo dormendo.
Poi la svegliava, e d'esto core ardendo
48[48 Lei B. P. RA. S.]La paventosa umilmente pascea:
Appresso gir lo ne vedea piangendo. *
A questo Sonetto fu risposto da molti e di diverse sentenze (a), tra li quali fu risponditore quegli 49[49 cui P.] ch’io chiamo primo de’ miei amici: e disse allora 50[50 questo Sonetto S. riportandolo per intero] un Sonetto lo quale comincia: Vedeste al mio parere ogni valore. E questo fu quasi il principio dell'amistà 51[51 tra me e lui B. P. S.] tra lui e me, quando seppe che io era quegli che ciò avea mandato. Lo verace giudicio del detto 52[52 Sonetto B.P.S.] segno (*) non fu veduto allora per alcuno, ma ora è 53[53 manifesto ai più semplici B. P.S.] manifestissimo ai semplici. 54[54 E questa S.] Da questa visione inanzi cominciò il mio spirito naturale a essere impedito nella sua
* Questo Sonetto si divide in due parti 55[55 nella prima B.]: chè nella prima parte saluto e domando risponsione; nella seconda significo a che si dee rispondere. La seconda parte comincia quivi: Già eran.
(a) Fra i molti, Dante da Majano rispose della seguente sentenza, che potrebbe disingannare chi credesse che la Beatrice di Dante fosse a questo tempo allegorica (Rime antiche cart. 133 ed. Giunt. 1527).
Di ciò che stato sei dimandatore
Guardando ti rispondo brevemente
Amico meo di poco conoscerne
Mostrandoti del ver lo suo sentore.
A’l tuo mistier cosi son parlatore:
Se san ti truovi e fermo de la mente,
Che lavi la tua collia largamente,
A ciò che’stinga e passi lo vapore,
Lo qual ti fa favoleggiar loquendo:
E se gravato sei d'infertà rea;
Sol c'hai farneticato (sappie) intendo.
Così riscritto e'l meo parer ti rendo:
Nè cangio mai d’està sentenza mea,
Fiachè tua acqua a'l medico no'stendo.
(*) Nel n. cod. Sonetto in marg. Meglio segno, perchè questo fu il segnale dell’amistà fra Dante e Guido Cavalcanti.