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ode di m. rapisardi

Cingi, o Pacini, i ridolenti fiori
                        Nati al Simeto in riva.
Ma chi mai del dolor sentì l’amara
30Punta, che schiude a gentilezza il core,
Dilunghi le profane orme dall’ara
                        Sacra al cantor d’amore.
Su la cetera sua d’astri lucente
Il dolor raccogliea trepido il volo,
35Quel dolor che ne l’alta ombra silente
                        Dà il canto a l’usignolo;
E del pudico amor nato gemello,
È dei petti mortali ignea catena,
Che i pigri infiamma, e del pensier rubello
                        40L’empie baldanze affrena.
Indi i sensi celesti e le beate
Voci echeggiò l’etnea valle negletta,..
Oh ponete gli sdegni, empj, spezzate
                        L’archilochea saetta!
45Qui nè cure mordaci, oggi, nè orrende
Gare e d’odio civil rabide erinni:
Limpidi come il sol che su noi splende
                        Dal cor sgorghino gl’inni.