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28 C. REINA

signora e la feminetta del volgo, sin’anco le timide vergini del chiostro vollero inviare congratulazioni e fiori, omaggio dell’anima umana alla virtù, nel suo splendore dolce e modesta. I fratelli, le sorelle, i vecchi genitori, tremanti, fuori di sè, lo carezzavano con amore e rispetto, lo custodivano, come si custodisce una cosa non terrena eppure carne della loro carne, ahimè, per poco venuta sulla terra!


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Da Napoli ripartì subito per Milano. Passando da Roma e da Firenze in quei teatri dove si rappresentavano sue Opere, fu acclamato e festeggiato; così pure a Bergamo, assistendo ad una rappresentazione della Norma. Venezia lo accoglie nuovamente. La Beatrice di Tenda, scritta per la Fenice, ebbe la sera del 16 Maggio 1833 sorte non buona. La Malevolenza ora gli si mostrava ostile. Così accade ai predestinati che dell’Arte non fanno mestiere, ma argomento di elette visioni, di manifestazioni eccelse. Sovente lo spirito umano, innalzato là dove gli splendori del Bello