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sua religione; la morte severa, che punisce nel legionario una nazione prepotente, e nella sacerdotessa la figlia e la vergine sacra e offesa, formano di questo capolavoro un’Opera d’arte completa nelle sue varie manifestazioni, tutta d’un pezzo, come il Laocoonte, come una Cantica di Dante, come una tragedia di Sofocle1.


  1. Il Bellini, nella lettera a Florimo, scrive in data del 26 dicembre 1831, cioè la sera stessa della 1ª rappresentazione della Norma: «Io parto col Corriere e spero arrivare prima della presente, ecc.». È certo di avere rimandata la sua partenza, poichè la seguente lettera inedita, da noi conservata, scritta la dimane della 2ª rappresentazione dell’Opera, lo dimostra chiaramente.

    Milano 28 dicembre 1831

    Mio caro zio,

    A dispetto d’un partito formidabile, a me contrario, perchè suscitato da una persona potente, e da una ricchissima, la mia Norma ha sbalordito, e più jeri sera, che fa la seconda rappresentazione, che la prima. Il Giornale ufficiale di Milano jeri aveva dato la nuova di un