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la villa vittadini in arcore

sentante un angiolo addolorato e che ha tutti i caratteri dello stile di Giotto; un'altra figura del Redentore del Boltraffio, che prima era in casa Pirola in piazza della Scala a Milano; una Madonna col Bambino e San Giovannino del Lanino, un'altra Madonna nella maniera del leonardesco Francesco Napoletano ed un'altra di Marco d'Oggiono, graziosa figura pensierosa, di bella larghezza di stile; e parecchie altre opere ancora.

Non lasciamo la galleria senza dare di sfuggita uno sguardo ai bei libri d'arte, alle magnifiche edizioni artistiche di lusso, ordinate sul gran tavolo che sta nel mezzo. Tutto è ancora a posto: quadri, libri, oggetti d'arte, come quando il Vittadini viveva. Pare davvero ch'egli sia appena uscito a passeggio nei viali del giardino.

La nobile sua consorte, di questa villa, di questo ambiente d'arte, ch'essi avevano creato assieme, si è fatto un culto: conserva tutto intatto come il passato, il quale non potrà ritornare, eppure nell'animo suo vivrà sempre evidente come una bella giornata senza tramonto.

Giulio Carotti.




Il Vittadini afferrava facilmente i caratteri dei maestri lombardi. Fu lui – dopo che tanti l'avevan veduta – a riconoscere che la pala del martirio di S. Sebastiano nella chiesa omonima in Milano è di questo maestro ed a farla trasportare nel museo municipale in Castello.



JUN 9 – 1915