Pagina:Ville e castelli d'Italia.pdf/26


il castello sforzesco di milano

sala del consiglio ducale segreto, nella rocchetta, ora sala delle conferenze. egli volle che ad una delle finestre del suo appartamento fosse applicata una zelosia, affinchè egli potesse udire ed anche vedere, rimanendo però inosservato.

Una prova che Galeazzo Maria, per effetto delle discordie e rivalità di famiglia, non si sentiva ben sicuro nemmeno nell’interno del Castello, risulta dal fatto che egli ebbe ad imporre con giuramento al castellano della Rocchetta che, nel caso di sua morte, solo al primogenito Gian Galeazzo, e quando questi fosse stato maggiorenne, avesse a consegnare quella parte del Castello, che più si prestava a resistere contro qualsiasi sorpresa.

Viene qui spontaneo il domandare come fosse disposto l’appartamento ducale, in qual modo fosse arredato e vi si svolgesse la vita domestica.

I lavori di restauro compiuti nella parte del Castello che servì specialmente come abitazione ducale, permettono un’idea abbastanza esatta della interna distribuzione. Ciò che maggiormente sorprende, visitando gli appartamenti sforzeschi, è la disposizione affatto rudimentale delle sale, la loro ampiezza e la mancanza di tutto ciò che potesse giovare alla loro abitabilità. Infatti, la parte del Castello che particolarmente era adibita come dimora del Duca, consta di un sèguito di grandi sale, comunicanti fra loro a mezzo di piccole porte, e senza alcun disimpegno di servizio: per passare dalle sale terrene a quelle del piano superiore bisognava uscire all’aperto, e valersi delle due scale esterne; oppure si doveva ricorrere ad una scaletta ripi-


– 8 –