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casa giacobbe

muni della Lombardia — entro al quale, come in un tempio sacro alla pace perpetua, riposano le ossa di ben più di 9500 soldati.lettera dell'onorevole emilio conti. Davanti l'ossario sorge la statua del generale Mac-Mahon, al quale spetta il maggior merito della giornata e che s'ebbe da Napoleone III, la sera stessa della battaglia, il titolo di Duca di Magenta. La colonna a Ponte Vecchio e il modesto obelisco in memoria dell'Espinasse, inoltre, non sono i soli monumenti attestanti la reverenza di Magenta per chi ha cooperato al trionfo della causa italiana.

L'avvocato Giacobbe affidò l'incarico di commemorazione al valente pittore Giacomo Campi, il quale riprodusse a fresco nel porticato della casa, che guarda verso mezzodì, le varie fasi dell'epica lotta — esprimendo il concetto umanitario del committente con nobiltà e novità di simboli, vigorosamente affratellati agli storici ricordi.

Di fronte al portico istoriato, stendesi il giardino fra le cui pareti apresi l'ingresso al Museo patriottico, dove sono raccolte le reliquie della battaglia — ordinato con intelletto d'amore da Gianfranco Giacobbe, figlio dell'avvocato, tenente di cavalleria nell'esercito italiano.monumento al generale mac-mahon. Sul frontone della porta, decorata anch'essa dal Campi, è drappeggiata la bandiera bianca colla croce rossa del Comune di Milano. Una graziosa forosetta, presso lo stipo a sinistra del riguardante, raccoglie armi nel grembiule, e un robusto contadino riunisce quanto càpita sotto i denti del suo rastrello. Sulla finestra dirimpetto all'entrata sono dipinti i vessilli francese e austriaco, e un trofeo d'armi raffigurato sulla vòlta compie la storica ornamentazione. Due scaffali a destra e una bacheca a sinistra contengono i cimeli curiosi trovati sul campo di battaglia: spalline, medaglie, elmi, trombe, fascie d'armi; uniformi austriache, zuave, sarde; qualche orologio; una raccolta di proiettili; manoscritti non senza pregio per la storia, fra cui la nota dei quindici invitati a pranzo dall'Imperatore l'indomani della vittoria, col numero tredici soltanto in bianco per prevenzione della jettatura! Il documento è esposto nel quadro ove figurano, altresì, le carte riguardanti la medaglia al valor militare dell'esercito sardo — come, in altri quadri appesi alle pareti, sono


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