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villa pia

ralizzatrice di un incrollabile teismo, compì l’opera che la navigazione, il commercio, lo spirito d’avventura e di scoperta avevano iniziata. Alla caduta dei Sassanidi, gli Arabi, che già avevano percorso vittoriosamente la Siria e l’Egitto, scosso il vacillante Impero greco e intrapreso il conquisto del mondo, poterono contemplare nella città di Madain, di cui s’erano insignoriti, i prodigj compiutivi dall’arte persiana. Essi rimasero abbagliati, dice uno storico, dalla molteplicità e dallo splendore degli ornamenti, di cui videro adorni e quasi ageminati edifizj e cupole, che si alzavano fino alle nubi. Allorchè poi l’Islam ebbe riportato in Occidente i suoi maggiori trionfi, e messe radici in Ispagna, le traccie dell’antico fanatismo s’andarono più sempre obliterando; la filosofia, che i suoi sapienti raccolsero dall’antichità greca e trasmisero all’immemore Europa, ma soprattutto le scienze naturali, le matematiche, l’astronomia, l’architettura nautica, la cartografia, l’irrigazione, la industria esercitata sulle materie tessili, sui cuoj, sui metalli, e, insieme con l’applicazione de’ più rari trovati dell’ingegno umano, l’esercizio quotidiano della carità e della lindura, la diffusa viabilità, la frequenza delle grandi ed utili opere pubbliche, impressero un periodo di sette secoli d’un suggello di civiltà così inoltrata quale non conobbero età posteriori.

Elevando un palazzo che ricorda le delizie della Corte fra tutte intellettuale dei Califfi, l’artista non ha dunque celebrato i fasti della scimitarra, ha celebrato quelli d’un internodio di vita civile, che, per la singolare precocità con cui vi prevalsero industrie e commerci, può dirsi un presentimento dell’età moderna, e proprio di quel mondo del lavoro e del pensiero, di cui il castellano di Villa Pia è una delle illustrazioni.

salone.


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