Pagina:Vicramorvasi.djvu/73

i. Pururàvasa. Urvàsi. Pururàvasa. Urvàsi. Tutti. Ciambellano. Manàvaco. Pururàvasa. VICRAMÒRVASI. — ATTO V. Tu, mcntr’io di gaudio sfolgoro, Versi lagrime, o vezzosa : Versi lagrime, e, a vederle Sul tuo sen dall'ansia oppresso, Par che offuschino il riflesso Del moni! de le tue perle. Ascolta, o sir; poc’anzi, qui presente Il mio figliuolo ho visto; E pel gaudio repente S’i ravvivato il cor; ma poi, sentendo o Indra » da te, pur nominar poc’anzi, Al pcnsicr mi ritorna un suo decreto.... Ma, parla adunque O mio buon sire, ascolta : Poscia chc il cor mi fu da tc rapito, Dal mio maestro Birata, una volta. Fui maledetta, o re; mi volle allora Indra dal ciel bandir, ma fece in pria Un suo decreto Parla, orsù, chc disse? Ascoltami, o gran sire; egli soggiunse: « Allor chc il re, l’amico mio diletto, D’un suo figliuolo, nato Da te, vedrà l’aspetto, A me dappresso ritornar dovrai I » Ahimè! che far potea? Per non esser d’allora a te ritolta, Qui, teco a lungo di restar cercai, Affidando il bambino All’alma Satiavàti, a lei ch’è sempre Al venerando Ciàvano dappresso Nella selva romita. Ora chc il tuo figliuolo è in grado alfine D’accrescer sempre del tuo nome il vanto, Ora che a me ritorna, Di, potrò star più in pace a te daccanto ? («/ re caie simulo) Consòlati, o signore Dàtti pace, fa cuore Che veggio, ahimè ! Qpal sacrilegio è questo ? Oh qual evento al mio desir funesto ! Or chc, bella, con te dall’agil viti Il mio figliuol riebbi ad un istante, M’è venuto a colpir la tua partiti, Come colpisce fòlgore fiammante L’arbor cui prima dall'ardor solare Valse un provvido nembo a riparare. VIC