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7° VICRAMÒRVASI. — ATTO V. Nobil Talavio, avvisa (Talavio esce) E tu vieni, o figliuolo, a me daccanto ! Vieni: l’amplesso del figliuolo amato Tutte le fibre accende al genitore! Vieni, t’affretta a rendermi beato, Qni piagati, o figliuol, sovra il mio core, Qual si piega la luna a carezzare Le cristalline gemme a lei più care! Satiavàti (ad Ajùs). Il padre tuo carezza (il giovinetto ti appretta al re). Purur. (abbracciandolo). Sii pur cortese verso il buon Bramano Cli’c a me compagno fido Orben, che temi? All’eremo dintorno Pur vi sarà di scimmie qualche covo Signore, io vi saluto. Sii sempre lieto c sempre il benvenuto! (entrano il Di qua, di qua, signora... [Ciambellano e Urvàsi) Chi è quel garzon, là, — presso L’aureo soglio — cui stringe il sir le chiome ? Oli! non m’inganno: è desso! Con Satiavàti il figlio mio diletto! Oh meraviglia! Oh come Ei, si tosto, divenne un giovinetto ? Purur. (osservando). Qui venendo la mamma ha il guardo avvinto, O mio fanciullo, al tuo leggiadro aspetto, Mentre sul sen le s’agita respinto 11 vel dall’onda del novello affetto. Manàvaco. AjÙS (ridendo). Manàvaco. Ciambellano. Urvàsi. Satiavàti (ad Ajùs). Vieni incontro alla mamma.. Urvàsi. Satiavàti. Ajùs. Urvàsi. Pururàvasa. Satiavàti. [indi col fanciullo t’appretta ad Urvàsi] Io, qui, prostrata Sono al tuo piede, augusta! Tu da! tuo sposo ognor sii venerata! Madre, m’inchino a te ! Sii la gloria del padre ! Evviva il re ! E sii tu pur la benvenuta ! Siedi, (tutti siedono) Ecco, alfine tu vedi Che il tuo figliuol d’ogni bcU’aite esperto, Di cingere corazza 6 in grado ornai; Sccura, a me tu l’aifidasti un giorno, Ed or di Pururàvasa al cospetto Alle tue cure il tuo figliuol commetto: Or bramo indi ritrarmi. Chi il mio dover d’asceta Qui ancora a lungo d’indugiar mi vieta. VIC