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ATTO IV. 57 Tu chc le belle vette al ciel levate Adorni in giro di novelli fiori, Chc allieti il verde de le tue vallate Con l’armonia che fan d’Indra i cantori, Quella beltà smarrita, ond’io m’attristo, » Del bosco al limitar non hai tu visto? (allottando con gioia) <• Visto! » ripete il monte? « Visto ! » si, mi risponde ' Cerchiamo (guardando intorno, poi con aiutatela) Oli me infelice ! Questa è l’eco che, giù, nelle profonde Gole della montagna si disperdei (cade stordito, poi ti leva con turbamento) Alti ! Come sono affranto ! E pure qui, daccanto Alla montana rapida corrente, L’impeto io voglio rimirar dell’onde. (aggirandoti ed osservando) Come awien che all’aspetto Del torbido torrente lo provi nel mio cor quasi un diletto? Questa che a sè contrae crucciata l’onde, Che d’augelli ha nel scn turba tremante, Chc bianca spuma intorno a sè diffonde Qjul nell’ impeto un velo fluttuante, Che torta c a sbalzi corre in fra le sponde, Urvàsi è questa chc il gentil sembiante, — Movendo in giro e di vedermi ardente — Nell’acque tramutò d’una corrente. « Gentil, ch’a la tua riva Gli augelli fai tremare, Che mòrmori giuliva Qual d’api un alveare, Che vai con ansia viva A riversarti in mare, Placata io ti desio, Deh! càlmati, amor mio! » Con le braccia cui leva alta marea Rotta nell’aria al buffo d'oriente. Mentre fra cigni, c conche, e fior si bea, Danza coi nembi l’oceàn fremente; Gli cinge il sen la cèrula ninfea, Ed or più ratte l’onde ed or più lente Col ritmo ei spinge della larga mano, Più gonfio reso già — dall’uragano. 8