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VICR.ORVASI. - ATTO IV. 49 Alfin l’ho ritrovata!

Dopo si lunghi affanni ecco una via Per rintracci. quella sdegnosa mia!

E questo il vel tra verde e cilestrino Come ventre gentil di parrocchctto, Che, malferma per l’ira, in suo cammino Ella lasciti sfuggir dal roseo petto; E v’è il color che il pianto Ic rimosse bel rubino delle labbra rosse. s Adunquc io vo. ghermirlo.....

Vaggira intorno, poi tornando gi, tem laringe) Oh me infelice! Quel che un vel credei E. un po’ di verde zolla, Tempestata di rossi scarabei E, intanto, or chi m’addita Or chi m’addita In questa.

Solitaria foresta L’amica mia genti! che m’è sfuggita, In sul declivio dell’erbosa balza Il bel pavone lentamente sale; E già la coda a larghe piume innalza Scompigliata dal vento orientale, E mentre il collo variopinto stende Stride e lo sguardo all’ampie nubi intende.

(Pagnedvasa ti avviti.; per interrogare il para.) =11 L’eccelso elefante già rapido fuggc, Rimove ogn’impaccio che incontra per via; E attonito c folle pel duol che lo strugge, Veder la diletta compagna desial (Pungravara, dopo breve intervallo) Bel signor dei pavoni, t’arresta, Parla c dimrni in tua dolce favella Se vagando nell’ernia foresta Hai veduto l’amica mia bella; Quasi dg no, agile e presta, lla le membra di svelta gazzella; A tai segni ch’or ora t’ho detto De la bella puoi scorger l’aspetto.