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5 ?4 VICRAMÒRVASI. (Muniiv. osservando) Stiamo in vedetta : or ora Il dio Ciàndro, o signor, fulgido appare.... Dalla tènebra folta abbandonato Ecco, alfin l’oriente A poco a poco rosseggiar si vede. Pururàvasa. Mentre il vel della notte si dirada Lento lento, laggiù, nell’aria scura, Qjiesta regione orientai m’aggrada Or che la luna appar dietro l'altura Siccome due begli occhi a me rivolti, Cui più non copra il vel di ricci folti. Manàvaco. Ve’ come Ciìndro, il re dell’erbe, è sorto Al par d’una focaccia inzuccherata. Pururàvasa. Ogni oggetto al ghiotton fa sognar cibi ! (Pururàvasa inginocchiandoli con le mani giunte sulla fronte). Augusto re degli astri, io ti saluto 1 Manàvaco. Purur. ( secondo iV] consiglio di Manàvaco] siede; indi volgendosi] al séguito). Corteggio. Purur. (osservando la] luna, a Mandvaco). Manàvaco. Pururàvasa. Te, che dei saggi all’opera Limpida face sei, Che con la dolce ambrosia Inebbri e Man! e dei, Che le notturne tenebre Fughi dall’orizzonte, Te adoro, o lnme'candido, Che brilli a Siva in fronte. Poc’anzi dal dio Ciìndro, il tuo grand’avo, A me Braman venne uno scritto, in cui Seder ti si consente: Almen cosi pur io Adagiarmi potrò comodamente. Al chiaror della luna Hanno le vostre tede un fioco lume; E non ve n’ha più d’uopo: or voi potete Andarne a riposar Come t’aggrada, (tutti si ritirano). Or la regina qui verrà, ma intanto L’affanno mio vo’ confidarti Invero, La vaga ninfa non si mostra ancora ; Ma l’affetto gentil che a te la stringe Ben far secura pnò la tua speranza. Sia pur: ma l’alma mia più s’addoloraI Ma