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28 VICRAMÒRVASI. — ATTO ti. Ausinàri. ' Nipunica. AuSINÀRI (andando intorno] ed osservando). Pururàvasa (con dispetto). Sempre stolto i costui I Manàvaco (levandosi). Sarà di qui, sarà di li, cerchiamo I (ialiti ballando in varie guise). [indi mirano la regina AUSINÀRI, NipunìCA e il corteggio della regina). (llall’allra parie della scena) Vero? Tu il sir vedesti Col suo Braman, là, sotto il pergolato? Che? Forse io sempre non ti dissi il vero? Cli’è mai cotcsta foglia Che il vento fa aggirare? Una corteccia verdeggiante appare Nipunìca (osservandola). Quest’e una foglia di betulla, e porta In sul rovescio alcune cifre impresse. Oh! ve’ come s’impiglia D’intorno al tuo calzarci (la raccoglie) Posso leggere? In pria Tu quelle cifre osserva; Se leggerle convien, leggi, t’ascolto. Nobil signora, in questo foglio io veggio Lo scandalo regale Riconfermarsi appien : questo e uno scritto Che al sir la ninfa invia, E viene in nostra mano Per la stoltezza di quel buon Bramano. Or leggi pur, se vuoi, (l'ancella legge). Oh si ! Con un tal pegno Al bel ganzo di ninfe andremo innante ! Sono agli ordini tuoi. Vento gentil, di primavera amante. Ausinàri. Nipunìca (esegue). Ausinàri. Nipunìca. Pururàvasa (a «'). A profumar rivolto, Delle fiorite piante Reca per via raccolto 11 polline olezzante. Rapir dal prato folto Puoi tante cose e tante, Ma, di’, pcrchi m’hai tolto Il pegno dell’amante? Forse non sai che, domo Dalle amorose pene, Senza conforto, l’uomo Allevia il suo tormento, E solo si sostiene Con cento inezie e cento? VICRAM