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700 LIBRO SECONDO — SEZIONE UNDECIMA — CAPITOLO SBCONDO

aver avuto alcun pubblico motivo di verità (a) ^ Perchè egli è Evandro si potente nel Lazio, che vi riceve ad albergo Ercole da cinquecento anni innanzi la fondazione di Roma 2; ed Enea fonda la casa reale d’Alba, la quale per quattordici re cresce in tanto lustro, che diviene la capitale del Lazio; e gli Arcadi e i Frigi, pertanto tempo vagabondi, si riparano finalmente all’asilo di Romolo! Come da Arcadia, terra mediterranea di Grecia, pastori, che per natura non sanno cosa sia mare, ne valicarono tanto tratto e penetrarono in mezzo del Lazio, quando Anco Marzio, terzo re dopo Romolo, fu egli il primo che menò una colonia nel mar vicino (b)? e vi vanno, insieme co’ Frigi dispersi, dugento anni innanzi che nemmeno il nome di Pittagora, celebratissimo nella Magna Grecia, a giudizio di Livio, arebbe, per mezzo a tante nazioni, di lingue e di costumi diverse, da Cotrone potuto giugner a Roma 3, e quattrocento anni innanzi ch’i Tarantini non sapevano chi si fassero i Romani, già potenti in Italia (cj 4?

(a) nella cui ricerca macera tanto di riposta erudizione Samuello Bocarto, De adventu Aeneae in Italiam, per farla istoria. Perchè, ecc.

(è) E, se tali Frigi non sono i compagni d’Enea, tal difficultà s’avvanza vieppiù, quanto sono trecento anni più antichi degli Ermodori che vengono da Efeso, città pur d’Asia, a far l’esiglio in Roma, per dar le notizie delle leggi ateniesi a’ Romani, onde portino la Legge delle XII Tavole da Atene in Roma 5; e vi vanno da un cent’anni dopo, che nemmeno il nome di Pittagora, ecc.

(e) Oh critica sopra gli scrittori troppo scioperata, che da tali principii incomincia a giudicar il vero delle cose romane! Ma pure, ecc.

1 Questa è per l’appunto l’originalità del V. di fronte ai suoi predecessori (p. e., al Bochart, più appresso citato): di non essersi limitato a negare con argomenti eruditi la tradizione, ma di averla asserita tentando di interpetrarla storicamente. Che poi la sua interpetrazione possa essere (e sia in realtà) assai discutibile e arbitraria, è questione affatto secondaria: l’importante, qui e in casi analoghi, è l’avere enunciato con tanta chiarezza e sicurezza il principio generale, non nelle singole applicazioni di esso.

2 Si veda p. 674, n. 3

3 Si veda p. 694; e cfr. p. 93, n. 1.

  • Si veda p. 11.3, n. 1.
  • Si veda, nell’Appendice, il Ragionamento primo.