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DELLA VENUTA DI ENEA IN ITALIA 699
Per tutto lo fili qui ragionato si può dimostrare la guisa com’Enea venne in Italia e fondò la gente romana in Alba, dalla qual i Romani traggon l’origine: che una sì fatta città greca posta nel lido del Lazio fusse città greca dell’Asia, dove fu Troia i, sconosciuta a’ Romani finché da mezzo terra stendessero le conquiste nel mar vicino; ch’a far incominciarono da Anco Mai’zio, terzo re de’ Romani, il quale vi die principio da Ostia, la città marittima più vicina a Roma, tanto che, questa poscia a dismisura ingrandendo, ne fece finalmente il suo porto E ’n cotal guisa, come avevano ricevuto gli Arcadi latini, ch’erano fuggiaschi di terra 3, cosi poi ricev^ettero i Frigi *, i quali erano fuggiaschi di mare, nella loro protezione, e per diritto eroico di guerra demolirono la città. E cosi Arcadi e Frigi, con due anacronismi (gli Arcadi con quello de’ tempi posposti e i Frigi con quello de’ prevertiti), si salvarono nell’asilo di Romolo ^. Che se tali cose non andaron cosi, l’origine romana da Enea sbalordisce e confonde ogn’intendimento, come nelle Degnità ^ l’avvisammo; talché, per non isbalordirsi e confondersi, i dotti, da Livio incominciando ’^ la tengon a luogo di favola, non avvertendo che, com’abbiam nelle Degnità ^ detto sopra, le favole debbon
1 Cioè: che la città, clic del V. si congettura, fosse stata fondata sulle rive del Lazio da Greci provenienti dall’Asia minore, e cioè dalla Frigia.» Si veda p. 674, n. 3. 8 Si veda p. 693, n. 3.
- Cioè gli abitanti della città frigia costruita sul lido del Lazio.
- Si veda p. 670. Il concetto del V. è, forse, il seguente: diduetradizioni:— una, antichissima
e anteriore alla fondazione di Roma, dell’asilo che i «giganti pii» del Lazio dovettero dare ai deboli, fuggenti d’entro terra le violenze dei giganti empi; l’altra, assai più recente e posteriore all’origine di Roma, dell’asilo dato agli abitanti della città sopra congetturata,— si fece, con l’andar del tempo, un fatto unico, contemporaneo alla fondazione dell’Urbe, e si favoleggiò che Arcadi e Frigi fossero stati ricevuti nell’asilo romuleo. In qual modo, il V. spiega poco più appresso: si veda p.
701, n. 2.
«Degn. CHI.
’ Livio, a dir vero, non dichiara esplicitamente di credere favola l’origine di Roma da Enea. Semplicemente nella prefazione avverte: «Quae ante conditam condendarìive Urbein, poèticis magis decora fabulis, quam incorruptis rerum gestarum monimentis traduntur, ea nec affirmare nec refellere in animo est. Datur haec venia antiquitati, ut, miscendo huìnana dicinis, primordia urhium augiistiora faciat».
8 Degn. XVI.