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[CAPITOLO SESTO]
COROLLARI D’INTORNO ALL’ORIGINI DELLA LOC’UZION POETICA, DEGLI EPISODI, DEL TORNO, DEL NUMERO, DEL CANTO E DEL VERSO
(Vengono riprodotte con maggiore sviluppo in questo capo K- idet- di-I Z>f/edeIIa.V.V sulla lingua poetica formala di oaratu-ri divini od iroici (r/*, (•. Pi; Ò’A^, HI, ce. 33 I; — suir origino naturali- delle forme poetiche, delle circonlocuzioni, ecc., le quali piecedunu alla prosa, nata assai tardi, col diffìcili’ lavoro dulie generalizzazioni;— e sul canto e sul verso, che furono per necessità di natura la forma della prima parola articolata (ÒW, III, ce. 37-8;].
In cotal guisa si t’ormò la lingua poetica per le nazioni, composta di caratteri divini ed eroici (a), dappoi spiegati con parlari volgari, e finalmente scritti con volgari caratteri. E nacque tutta da povertà di lingua e necessità di spiegarsi; lo che si dimostra con essi primi lumi della poetica locuzione, che sono Tipotiposi, l’immagini, le somiglianze, le comparazioni, le metafore, le circoscrizioni, le frasi spieganti le cose per le loro naturali propietà, le descrizioni raccolte dagli etYetti o più minuti o più ri.seutiti, e finalmente per gli aggiunti enfatici ed anche oziosi.
Gli episodi sono nati da essa grossezza delle menti eroiche, che non sapevano sceverare il propio delle cose che facesse al loro proposito, come vediamo usargli naturalmente gl’idioti e sopra tutti le donne.
I torni nacquero dalla difficultà di dar i verbi al sermone, che, come abbiam veduto i, furono gli ultimi a ritruovarsi; onde i Greci, che furono più ingegnosi, essi tornarono il parlare men de’ Latini, e i Latini meno di quel che fanno i Tedeschi.
II numero prosaico fu inteso tardi dagli scrittori (nella <:^reca lingua da Gorgia Leontino e nella latina da Cicerone), pe (a) e di tropi, spiegati tutti e tre fìnalmeutf con parlari volgari e finaUnettfe scritti, ecc.
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