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lxxvi | introduzione dell’editore |
al padre Crise, sacerdote di Apollo, per la quale lo dio fa scempio dell’esercito greco con crudelissima pestilenza; e dappoi presovi giusto compenso Agamennone, e toltagliela e restituitala al vecchio padre, perchè nella division delle prede della guerra era la Criseide tócca ad esso lui [si badi: ad Achille], se ne richiama offeso con gli uomini e con gli dèi», e via discorrendo. Ma possiamo ora esibire qualcosa di meglio. Il Vico non sapeva essere esatto nemmeno quando citava se stesso! Si legga un passo della terza Scienza nuova1, in cui egli rimanda alla prima, citandone il capo [ossia il libro] quarto, nel quale avrebbe fatto vedere «i padri di famiglia, per quindeci aspetti diversi osservati nello stato delle famiglie e delle prime repubbliche nel tempo che si dovettero formare le lingue, essere stati appellati con altrettantidiversi vocaboli da quindeci nazioni antiche e moderne». Orbene il capo [o libro] non è il quarto, ma il terzo (§ o cap. 41); gli aspetti diversi con cui ivi vengono considerati i padri di famiglia non sono quindici, ma dodici; le denominazioni, tutt’altro che relative a questi aspetti, non sono altrettante (e cioè dodici), ma quindici; e finalmente le nazioni antiche e moderne che le usarono non sono quindici, ma sette o tutt’al più (volendo tener conto anche dell’espressione generica «barbari ritornati») otto.
Posto ciò, si può bene immaginare che cosa dovesse succedere quando al Vico, dieci, quindici, vent’anni dopo d’aver letto un passo, capitava di ricordarsene nella foga dello scrivere e di volerlo citare (giusta il sistema allora in uso anche presso gli eruditi di mestiere) a memoria, e quel che è peggio, adducendolo a sostegno di qualcuna delle sue teorie. Ben altro che «Codesto non