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lxxii introduzione dell’editore

norme generali della collezione di cui questo volume fa parte, e avrebbe richieste forze ben altrimente poderose di quelle di cui disponiamo, la Scienza nuova è uno dei libri che meno si presta ad annotazioni di siffatto genere. Il Vico nello scriverla ebbe in mente tutt'altro che di esporre un sistema filosofico e nemmeno singoli problemi filosofici: la sua filosofia, quindi, bisogna ricostruirla pezzetto per pezzetto, desumendola talvolta perfino dal punto di vista da cui egli si pone nel considerare una questione storica o letteraria. Ora questa non è materia da cemento: tutto al più poteva formare oggetto di una introduzione critica. E quest’introduzione, che noi non potevamo né sapevamo dare, l’ha scritta in vece nostra Benedetto Croce col suo già ricordato libro su La filosofia di G. B. Vico; il quale forma parte così integrante del presente volume, che non sapremmo consigliare a chi sia ancora digiuno di studi vichiani di accingersi alla lettura della Scienza nuova (nella qual lettura si saltino via per la prima volta l'Idea dell’opera e le Annotazioni alla Tavola cronologica e si cominci dalle Degnità) senza valersi anzi tutto di quel libro come propedeutica, e senza ripercorrerlo a lettura compiuta, per poter tornare una seconda e terza volta al testo vichiano con adeguata preparazione circa i problemi che vi si agitano.

La sola cosa veramente utile, che si poteva fare nel campo filosofico da un cemento, era già stata fatta, e in modo eccellente dal Ferrari, mercè le belle note di cui abbiamo già discorso, poste, a cominciare dal secondo libro, a principio di ciascun capitolo. Appunto per ciò le abbiamo fatte tutte nostre, apportando in esse qualche lieve modificazione di cui non è il caso di rendere conto: semplicemente, invece di porle a piè di pagina insieme con quelle che ci appartengono, le abbiamo date a guisa di