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lxiv | introduzione dell’editore |
sione del precedente ragionamento, ci è venuta spontanea
la domanda: — Ma in fondo quali vantaggi pratici offre siffatta riproduzione diplomatica? — A dir vero, alla nostra mente non se ne è presentato se non un solo: quello cioè di esibire ancora una volta un documento lungo parecchie centinaia di pagine, che il Vico soleva scrivere a quel modo, punteggiare a quel modo e trasformare a quel modo una pagina di stampa quasi in una carta geografica. Troppo poco, a parlar franco: tanto poco, anzi, da non potersi sostenere nemmeno per un istante sulla bilancia di fronte a una lunga serie di svantaggi, non ultimo dei quali quello che la Scienza nuova libro per se stesso di non facile intendimento, riesce ancora più difficile nello strano aspetto esterno datole dall’autore. D’altra parte occorreva proprio una documentazione così piena d’un fatto che in un’opera di pensiero è d’interesse secondario? o non bastava asserirlo puramente e semplicemente, offrendo a guisa di saggio un facsimile dell’autografo vichiano?
Tutte queste considerazioni, e l’aver trovato in autorevoli scrittori espresso il desiderio che si togliesse una buona volta dall’opera vichiana quella brutta patina, che ne rendeva ancora men chiara la visione1, ci hanno
- ↑ Tommaseo, op. e loc. cit., p. 9: «Molte oscurità della Scienza nuova si dileguerebbero, io credo, se meglio punteggiati stampassersi quei periodi con capiversi frequenti e meno caratteri corsivi, che l’attenzione, non che attrarre, dileguano». E più oltre (pp. 13-14): «Il Vico, qui come altrove, a rileggerlo attentamente, a togliere dai suoi periodi quelle divisioni di cifre romane, e a punteggiarlo altrimenti, riesce non pur elevato nel suo dire, ma splendidamente facondo: il Tacito insieme ed il Platone dei secoli che storia non hanno» — Si veda anche Cesare Cantù, Storia degli italiani (4a ediz., Torino, 1895, V, p. 331 n): «Perchè dei moderni editori [del V.] nessuno pensò a dargli punteggiatura alla moderna? Facendo quel che si praticò col Guicciardini [questo poi no, perchè il Rosini perpetrò un vero as-