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III. ristampe della seconda «scienza nuova» | lvii |
non pochi brani di questa, che pur avrebbero meritato di
essere riferiti: tutto ciò non può far tributare al raffronto
da lui compiuto una lode incondizionata. Ma averne avuto
pel primo l’idea è già non piccolo merito. E merito ancora
maggiore fu senza dubbio quello d’aver «posta all’intestazione di ogni capitolo una nota che potrà servire ad un tempo a fissare la storia delle idee, il movimento del pensiero, a rannodare la seconda Scienza nuova a que’ lavori precedenti di cui essa presenta o il riassunto o lo sviluppo o la continuazione; e finalmente a riassumere brevemente le idee esposte nel capitolo. Cosi si vedrà l’intima connessione delle idee di Vico nella loro generazione isterica e nella loro logica sistemazione; sarà facile di scorgere la continuità del suo pensiero a traverso i diversi ordinamenti che egli vi sovrappose nelle opere diverse; si illumineranno le idee, trovandosi ravvicinate per riferimento alle loro premesse naturali; infine, leggendo anche continuatamente le nostre note, si avrà l’estratto più esatto che ci fu possibile di fare della Scienza nuova»1. — Su questa parte non ci sono da fare riserve: il lavoro, veramente assai difficile, è condotto con tanto acume e con conoscenza così piena delle opere del Vico, che, per conto nostro, non abbiamo trovato nulla di sostanziale da mutarvi.
L’edizione del Ferrari ebbe molta voga2, ed essa ormai, anziché l’edizione originale del 1744, fu presa a base di tutte le seguenti ristampe. Per altro, del largo apparato critico ond’è arricchita (ossia dei confronti con l’edizione del 1730) non tennero conto né lo lovene3, né