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II. le varie redazioni della « scienza nuova » | xliii |
contro il De iure belli et pacis del Grozio; abolito ancora l’interessante brano contro lo scetticismo; abolito infine il capitolo finale sulla Pratica della Scienza nuova. Viceversa
rimane integra tutta l’appendice; sono ampliate
l'Occasione di meditarsi quest’opera e la Tavola d’indici; ed è aggiunto un nuovo capitolo: Dell'origine del censo e dell’erario. Torturatissimo al solito è il quinto libro (la teoria dei ricorsi), una parte del quale viene anticipata nel libro precedente.
Nemmeno quest’altra redazione potè vedere subito la luce; e ciò significava cbe il Vico fra non molto si sarebbe sobbarcato all’improba fatica di compilarne una nona. E infatti non oltre il 1735, o al più il 17361, quando i settant’anni erano assai vicini, quel terribile vecchio, cui cominciava ormai a tremar la mano, ma permaneva infrangibile la volontà e inappagata la sete ardente di perfezione, ebbe il coraggio di accingersi all’impresa. Anzi non si contentò stavolta di stendere le solite giunte e correzioni, ma riscrisse da cima a fondo tutta l’opera. E quando l’ebbe compiuta cominciò a esercitarvi, in parecchie riprese e forse durante lo spazio di altri quattro o cinque anni (come si scorge dalla diversità dell’inchiostro e anche del carattere, ora meno, ora più tremolante), un così arrabbiato lavoro di lima che non poche pagine sa-
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- ↑ La data non è indicata dal cod. Ma senza dubbio il testo doveva essere già tutto scritto nel 1736, dal momento che in quell’anno il V. vi faceva già quelle giunte marginali o su foglietti intercalati,di cui si discorrerà nella nota seguente. Una di queste giunte, relativa alla legge delle XII Tavole, si trova infatti quasi letteralmente trascritta in una lettera al p. Nicola Concina del 10 sett. 1736 {Carteggio, ed. cit., p. 233 e cfr. più oltre la presente ediz., pp. 156-7). Aggiunta marginale è quel passo del IV libro (sez. XI, cap. I), laudativo dello stesso Concina, la cui relazione epistolare col V. si svolse appunto nel 1735-6.