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xxx | introduzione dell'editore |
strarela spesa della stampa dell’opera precedente alla Scienza nuova [ossia della Scienza nuova in forma negativa]; onde fui messo in necessità di pensar questa [la prima Scienza nuova] dalla mia povertà, che restrinse il mio spirito a stamparne quel libricciuolo, traendomi un anello che aveva, ove era un diamante di cinque grani di purissima acqua, col cui prezzo potei pagarne la stampa e la legatura degli esemplari del libro; il quale, perchè mel trovai promesso e divolgato, dedicai ad esso signor cardinale»1. Povero Vico! Quanto strazio in quella particolareggiata descrizione dell’anello, e quanto amaro rimpianto in quel «traendomi», che è così diverso dal semplice «vendendo»! Chi sa? un anello forse ereditato dal padre, forse appartenente alla moglie, forse destinato a qualche figlia in occasione d’una lieta cerimonia; e, a ogni modo, unico oggetto di lusso in una casa in cui era sempre regnata squallida la miseria!
Ma non per nulla il Vico aveva l’animo grande. E benedisse anziché imprecare alla Provvidenza, che con quel «colpo di avversa fortuna», purtroppo né primo né ultimo, aveva voluto dargli il salutare avviso che il metodo negativo, ossia polemico, non era degno dell’opera sua, «facendo piuttosto forza che soddisfacendo la mente umana»; e che quindi occorreva che egli restringesse ancora una volta tutto il suo spirito «in un’aspra meditazione per ritrovare un metodo positivo e più stretto, e quindi più ancora efficace»2. Il risultato di questo sforzo, a cui non si può dare altro aggettivo se non quello, tanto caro al Vico, di «eroico», fu l’aureo libretto che si conosce col nome di Scienza nuova prima, scritto in soli