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300 LIBRO SECONDO 8KZI0NK SECONDA — CAPITOLO QUARTO

nomi servono per comunicare le nostre idee con altrui d’intorno a quelle cose che co’ nomi propi o noi non sappiamo appellare altri non sappia intendere. E i pronomi, pur quasi tutti, in tutte le lingue la maggior parte son monosillabi; il primo de’ quali, almeno tra’ primi, dovett’esser quello di che n’è rimasto quel luogo d’oro d’Ennio i:

Aspice hoc sublime cadens, qiiem omnes mvocanl lovem,

ov’è detto «hoc», invece di «coelwm», e ne restò in volgar latino:

Luciscit hoc iam 2,

invece di «albescit codimi». E gli articoli dalla lor nascita hanno questa eterna propietà: d’andare innanzi a’ nomi a’ quali son attaccati.

Dopo si formarono le particelle, delle quali sono gran parte le preposizioni, che pure quasi in tutte le lingue son monosillabe; che conservano col nome questa eterna propietà: di andar innanzi a’ nomi che le domandano e a’ verbi co’ quali vanno a comporsi.

Tratto tratto s’andarono formando i nomi; de’ quali n.eV Origini delhi lingua latina, ritruovate (a) in quest’opera la prima volta stampata 3, si novera una gran quantità nati dentro del Lazio (dalla vita d’essi Latini selvaggia, per la contadinesca, infin alla prima

(a) nella Scienza nuova [CMA^] prima, [SN^] tutt’altre da quelle che ne pensarono nelle Cagioni Giulio Cesare Scaligero * e Francesco Sanzio ^, abbiamo dimostro più centinaia nati, ecc.

1 In Cic, De nat. deor., II, 2 e 25; III, 4 e 16.

2 Plaut., Amphitr., v. 387. Cfr. anche Mil. glor., v. 218 («lucet hoc*).

3 ó’.Vi, III, 36.

■• luLii C.KSARis Scaligeri IJe causis liiiguie latince libri tredeciin (Lugduui, Ap. Seb. Gr.vphiUlu, 1540).

’ Francisc I Sanctii [SauchezI Minerva, sice de causis latince lingua: cominentarius, Cui accedunt animadversiones et notu: Gasperis SciOPPii (Amstelod., Ap. Indocum Pluyiner, bibliop., propter Aquain, sub slgno Senecae, MDCLXIV).