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tropi, mostri e trasformazioni poetiche | 253 |
delle pagliare; poi, col lustro delle città, significarono tutta la materia e ’l compimento degli edifìci. Cosi «tedum» per l’intiera «casa», perchè a’ primi tempi bastava per casa un coverto. Cosi «puppis» per la «nave», che, alta, è la prima a vedersi da’ terrazzani; come a’ tempi barbari ritornati si disse «una vela» per «una nave». Cosi «mucro» per la «spada», perchè questa è voce astratta e come in un genere comprende pomo, elsa, taglio e punta; ed essi sentirono la punta, che recava loro spavento. Cosi la materia per lo tutto formato, come «il ferro» per (a) 1 «la spada», perchè non sapevano astrarre le forme dalla materia. Quel nastro di sineddoche e di metonimia:
Tertia messis erat2
nacque senza dubbio da necessità di natura, perchè dovette correre assai più di mille anni per nascere traile nazioni questo vocabolo astronomico: «anno»; siccome nel contado fiorentino tuttavia dicono: «abbiamo tante volte mietuto» per dire «tanti anni». E quel gruppo di due sineddochi e d’una metonimia:
Post aliquot, mea regna videns mirabor, aristas3
di troppo accusa l’infelicità de’ primi tempi villerecci a spiegarsi, ne’ quali dicevano «tante spighe», che sono particolari più delle messi, per dire «tanti anni»; e perch’era troppo infelice l’espressione, i gramatici v’hanno supposto troppo di arte.
- ↑ (a) l’armadura, perchè la materia è più sensibile della forma [CMA4] e ì primi uomini non sapevano astrarre le forme da’ loro subbletti,[SN2] perocché «æs» per lo «danaio coniato» venne da tempi che «æs rude» spendevasi per moneta. Quel nastro, ecc.
- ↑ In nessuno scrittore latino trovo l'emistichio citato dal V. Trovo si bene queste altre espressioni equivalenti: Ovid., Metam.,XIV,l46: «Tercentum messes, tercentutn musta videre»; — Petr. Arr., Satyric, 89, 1-2: «Iam decima mustos inter ancipites metus | Phrygas obsidebat messisi; — Mart., I, 102, 4: «Quarta tribus lustris addita messis erat»; IV, 79, 1: «Condita quum libi sit iam sexagesima messis»; XII, 34, 1-2: «Triginta mihi quatuorque messes | Tecum, si memini, fuere.»
- ↑ Verg., Buc., I, 70.