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[SEZIONE SECONDA]

[LOGICA POETICA]


[capitolo primo]

della logica poetica1




[Come la prima Metafisica fu la poesia, l’espressione poetica fu la prima Logica, la favola fu la prima lingua. Il primo linguaggio non fu dedotto razionalmente dalla proprietà delle cose, ma si espresse fantasticamente per caratteri divini: la prima lingua quindi fu la Mitologia. Donde la conseguenza che l’etimologia ideale delle parole debba essere derivata dalle prime allegorie poetiche. Questo concetto della prima Logica è tolto quasi letteralmente dalla SN1 (III, ce. 1, 3, 22; Tav. delle tradiz. volgari, % 12) e si vede iniziata con la scoperta della prima lingua divina nelle Note al DU (CI2, c. 23)].

Or perchè quella ch’è Metafisica in quanto contempla le cose per tutti i generi dell’essere, la stessa è Logica in quanto considera le cose per tutti i generi di significarle; siccome la poesia è stata sopra ^ da noi considerata per una Metafisica poetica per la quale i poeti teologi immaginarono i corpi essere per lo più divine sostanze, così la stessa poesia or si considera come Logica poetica per la qual le significa.

«Logica» vien detta dalla voce «λóyoς», che prima e propiamente significò «favola», che si trasportò in italiano «favella»3

  1. Intorno, o meglio contro questo capitolo c’è un’intera opera: Apologia sopra il terzo principio della Scienza nuova del sig. d. G. B. V. In cui egli tratta dell’origine di ogni lingua articolata e della mutola significativa, divisa in quattordici lettere, Nelle quali si fa vedere che quanto contiene il sudetto principio, tutto sia, così per filosofia come per istoria sacra e profana, erroneo e falso. Opera del sig. D. Damiano Romano avvocato napoletano. Dedicata all’illustriss. signore il sig. marchese don Carlo Danza, presidente del S. Consiglio e della regal Camera di S. Chiara (In Napoli, Per Serafino Persile regio stampatore, 1749).
  2. Si veda p. 212 sgg.
  3. Romano, op. cit., p. 163 sg.: «Non è vero... che «fabula» restò agl’Italiani per significare «favella». Quantunque alcuni pochi Latini si fossero serviti del verbo