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230 LIBRO SECONDO — SEZIONE PRIMA CAPITOLO SECONDO

logi (a). E i dodici dèi delle genti dette «maggiori», l’idee de’ quali da costoro si fantasticarono di tempo in tempo a certe loro umane necessità o utilità, si stabiliscono per dodici minute epoche, alle quali si ridurranno i tempi ne’ quali nacquero le favole; onde tal Teogonia naturale ne darà una cronologia ragionata della storia poetica almeno un novecento anni innanzi (b) di avere, dopo il tempo eroico, i suoi primi incominciamenti la storia volgare.

Il quinto as])etto è una Storia ideal eterna sopra la quale corrano in tempo le storie di tutte le nazioni, ch’ovunque da tempi selvaggi, feroci e fieri cominciano gli uomini ad addimesticarsi con le religioni, esse cominciano, procedono e finiscono con quelli gradi meditati in questo libro secondo, rincontrati nel libro quarto ove tratteremo del corso che fanno le nazioni, e col ricorso delle cose umane, nel libro quinto (e).

VI

Il sesto è im Sistema del diritto naturai delle genti, dal quale col cominciar delle genti, dalle quali ne incomincia la materia, per una delle Degnità sopraposta i dovevano cominciar la dottrina ch’essi trattano gli tre suoi principi: Ugone Grozio, Giovanni Seldeno e Samuello Pufendorfio. I quali in ciò tutti e tre errarono di concerto: incominciandola dalla metà in giìi, cioè dagli ultimi tempi delle nazioni ingentilite (e quindi degli uomini illuminati dalla ragion naturale tutta spiegata), dalle quali son usciti i filosofi che s’alzarono a meditare una perfetta

[a) sulla quale doveva Esiodo formare la sua e Giovanni Boccaccio descrivere la sua Genealogia degli dèi; la qual Teogonia ne darà, ecc.

(b) di venire l’anno astronomico, dal qual finora ha cominciata la dottrina de’ tempi.

(e) ch.e sarà di questa Scienza l’aspetto principalissimo.» Degn. evi.