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228 LIBRO SKCOKDO SKZIONE PRIMA CAPITOLO SECONDO

r i c di tal motto è che tra que’ nascondigli, in que’ fondi essi divennero i principi delle genti dette «maggiori», delle quali Giove si novera il primo Dio, come si è nelle Degaità i divisato; le quali, come si mostrerà appresso, furono case nobili antiche, diramate in molte famiglie, delle quali si composero i primi regni e le prime città. Di che restarono quelle bellissime frasi eroiche a’ Latini: «condere gentes», «conclere regna», «condere urhes»; «fundare gentes», «fundare regna», «fundare urhes».

Questa filosofia dell’autorità va di séguito alla Teologia civile ragionata della Provvedenza; perchè, per le pruove teologiche di quella, questa, con le sue filosofiche, xnschiara e distingue le filologiche (le quali tre spezie di pruove si sono tutte noverate nel Metodo 2 ), e d’intorno alle cose dell’oscurissima antichità delle nazioni riduce a certezza l’umano arbitrio, ch’è di sua natura incertissimo, come nelle Degnità ^ si è avvisato; ch’è tanto dire quanto riduce la Filologia in forma di scienza *.

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Terzo principal aspetto è una storia d’umane idee, che, come testé si è veduto, incominciarono da idee divine con la contemplazione del cielo fatta con gli occhi del corpo (siccome nella scienza augurale si disse da’ Romani «contemplari» l’osservare le parti del cielo donde venissero gli augurii si osservassero gli auspicii, le quali regioni, descritte dagli auguri co’ loro litui, si dicevano «tempia cceli», onde dovettero venir a’ Greci i primi Gewpì^iJ.a-ca e [lae-^p-axa, «divine sublimi cose

già, quali hanno finora stimato i cattivi politici ^, fatte da uomini ad altri uomini, ma che fecero gli uomini a sé medesimi; e si, furono forza e froda dalla divina Provvidenza permesse a bene del genere umano.

1 Dcgn. ovili.

2 Si veda p. 187 sgg. 8 Degn. XI.

  • Degn. X.

" Allusione all’Hobbes, al Machiavelli e a Epicuro: cfr. Croce, op. cit., p. 101.