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DELLA METAFISICA POETICA 219
Cosi con le cose tutte qui ragionate accorda quel i d’Eusebio riferito nelle Degnità 2, ove ragiona de’ principii dell’idolatria: che la prima gente, semplice e rozza, si finse gli dèi «ob terrorem 2:rceseniis potentice». Cosi il timore fu quello che finse gli dèi nel mondo; ma, come si avvisò nelle Degnità 3, non fatto da altri ad altri uomini, ma da essi a sé stessi. Con tal principio dell’idolatria si è dimostrato altresì il principio della divinazione, che nacquero al mondo ad un parto; a’ quali due principii va di séguito quello de’ sagrifizi, ch’essi facevano per «proccurare» sia ben intender gli auspicii.
Tal generazione della poesia ci è finalmente confermata da questa sua eterna propietà: che la di lei propia materia è l’impossibile ci’edibile, quanto egli è impossibile ch’i corpi sieno menti (e fu creduto che ’1 cielo tonante si fusse Giove); onde i poeti non altrove maggiormente si esercitano che nel cantare le maraviglie fatte dalle maghe per opera d’incantesimi. Lo che è da rifondersi in un senso nascosto e’ hanno le nazioni dell’onnipotenza di Dio, dal quale nasce quell’altro per lo quale tutti i popoli sono naturalmente portati a far infiniti onori alla divinità. E ’n cotal guisa i poeti fondarono le religioni a’ gentili.
E per tutte le finora qui ragionate cose si rovescia tutto ciò che dell’origine della poesia si è detto prima da Platone*, poi da Aristotile &, infin a’ nostri Patrizi 6, Scaligeri j Castelvetri 8; ri 1 Si supplisca: «luogo».
2 Degn. XXXVIII, ov’è riferito un passo, non già di Eusebio, ma di Lattanzio; il quale, come s’è visto (p. 133, n. 1) dice «in adulationem» e non già «ob terrorem».
’ Degn. XL, e cfr. Croce, mon. cit., cap. VI.
- Specialmente nel X della Respublica. Cfr. Croce, Estetica^, p. 178 sgg.
’ Nella Poètica. Cfr. Croce, Est?, p. 190 sgg.
’ Della Poetica di Francesco Patrici, La Deca disputata. Nella quale e per istoria, e per ragioni, e per autorità de’ grandi antichi, si mostra la falsità delle più credute vere opinioni che dì Poetica a dì nostri vanno intorno; E vi è aggiunto il «Trimerone» del medesimo, in risposta alle oppositioni fatte dal sig. Torquato Tasso al parer suo scritto in dìffesa dell’Ariosto, All’lllustriss. ed Eccell.mo Don Ferrando Gonzaga (In Ferrara, Per Vittorio Bandini, Stampatore Ducale, 1586. Con lic. dei Super.). Cfr. Croce, Est.^, p. 210 sg.
’ luLii CyKSARis Scaligeri Poètices libri septem ad Sylvium filium (Apud Anton Vincentiura, MDLXn. Cfr. Croce, Est.’^, p. 204,sg.
’ Poetica d’Aristotile vulgarizzata ed esposta (1570;. Cfr. Croce, Est.^, p. 201 e A. Fusco, La poetica di L. C. (Napoli, Pierre, 1904).