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2 IH LIBRO SKCONDO — SKZIONK PRIMA — CAPITOLO PRIMO

di tutta la natura un vasto corpo animato che senta passioni ed affetti, conforme nelle Degnità i anco si è divisato.

Ma siccome ora (per la natura delle nostre umane menti, troppo ritirata da’ sensi nel medesimo volgo con le tante astrazioni di quante sono piene le lingue con tanti vocaboli astratti, e di troppo assottigliata con l’arte dello scrivere, e quasi spiritualezzata con la pratica de’ numeri che volgarmente sanno di conto e ragione) ci è naturalmente niegato di poter formare la vasta immagine di cotal (a) donna che dicono «natura simpatetica» (che mentre con la bocca dicono, non hanno nulla in lor mente, perocché la lor mente è dentro il falso, ch’è nulla, né sono soccorsi già dalla fantasia a poterne formare una falsa vastissima immagine); cosi ora ci è naturalmente niegato di poter entrare nella vasta immaginativa di que’ primi uomini, le menti de’ quali di nulla erano astratte, di nulla erano assottigliate, di nulla spiritualezzate, perch’erano tutte immerse ne’ sensi, tutte rintuzzate dalle passioni, tutte seppellite ne’ corpi: onde dicemmo sopra ch’or appena intender si può, affatto immaginar non si può, come pensassero i primi uomini che fondarono l’umanità gentilesca.

Tri tal guisa i primi poeti teologi si finsero la prima favola divina, la più grande di quante mai se ne finsero appresso, cioè Giove, re e padre degli uomini e degli dèi, ed in atto di fulminante 2; si popolare, perturbante ed insegnativa, ch’essi stessi, che se ’1 fìnsero, se ’1 credettero e con ispaventose religioni, le quali appresso si mostreranno, il temettero, il riverirono e l’osservarono. E per quella propietà della mente umana (b) che nelle Degnità ^ udimmo avvertita da Tacito, tali uomini tutto ciò che vedevano, immaginavano ed anco essi stessi facevano, credettero

(a) smisurata donna ecc.

(b) invasa da spaventosa superstizione, che nelle Degnità, ecc.» Degn. XXXIl.

2 Reminiscenza del passo oraziano: «Ccelo tonanfem credidimus lovem liegnare» (Carni., Ili, 5, vv. 1-2). Ma sul significato profondamente originale che esso assume nel V. cfr. la cit. monografia del Croce, cap. VII.

8 Degn. XXXIV.