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] 86 LIBRO PRIMO SEZIONE QUARTA

ella (a) penda dall’onnipotente, saggia e benigna volontà dell’Ottimo Massimo Dio.

Queste sublimi pruove teologiche naturali ci saran confermate con le seguenti specie di pruove logiche: — Che nel ragionare dell’origini delle cose divine ed umane della gentilità, se ne giugne a que’ primi oltre i quali è stolta curiosità di domandar altri primi, ch’è la propia caratteristica de’ principi!; se ne spiegano le particolari guise del loro nascimento, che si appella «natura», ch’è la nota propissima della scienza; e finalmente si confermano con l’eterna propietà che conservano, le quali non possono altronde esser nate che da tali e non altri nascimenti, in tali tempi, luoghi e con taU guise, o sia da tali nature, come se ne sono proposte sopra due Degnità i.

Per andar a truovare tali nature di cose umane procede questa Scienza con una severa analisi de’ pensieri umani d’intorno all’umane necessità o utilità della vita socievole, che sono i due fonti perenni del Diritto naturai delle genti, come pure nelle Degnità 2 si è avvisato. Onde per quest’altro principale suo aspetto questa Scienza è una storia dell’umane idee, sulla quale sembra dover procedere la Metafisica della mente umana; la qual regina delle scienze, per la Degnità ^ che «le scienze debbono incominciare da che n’incominciò la materia», cominciò d’allora ch’i primi uomini cominciarono a umanamente pensare, non già da quando i filosofi cominciaron a riflettere sopra l’umane idee (come ultimamente u’è uscito alla luce un libricciuolo erudito e dotto col titolo Historia de ideis *, che si conduce fin all’ultime controversie che ne hanno avuto i due primi ingegni di questa età, il Leibnizio e ’1 Newtone).

(a) pende appunto, come appresso Omero, dal sovrano arbitrio di un ottimo m.assimo Giove. — A queste sublimi pruove divine ci faremo scala con le seguenti, ecc.

1 Degn. XIV e XV.

2 Degn. XI.

3 Degn. evi.

•* Historia philosophica doclrino’ de ideis, qua tum veteruin imprimis grcecorum lum recentioriim philosophorum placito enarranfur (.-Vugustae Viiidelicorum, Apud Dav. Raym. Mertz et J. Jac. Mayer, MDOCXXIII).— Che l’autore sia Giacomo Brucker,