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184 LIBEO PRIMO SEZIONE QUARTA
ordini, non potendo l’uomo conseguire ciò che vuole, almeno voglia conseguire ciò che dee dell’utilità; ch’è quel che dicesi «giusto». Onde quella che regola tutto il giusto degli uomini è la giustizia divina, la quale ci è ministrata dalla divina Provvedenza per conservare l’umana società.
Perciò questa Scienza per uno de’ suoi principali aspetti dev’essere una Teologia civile ragionata della Provvedenza divina, la quale sembra aver mancato finora; perchè i filosofi o l’hanno sconosciuta affatto, come gli Stoici e gli Epicurei, de’ quali questi dicono che un concorso cieco d’atomi agita, quelli che una sorda catena di cagioni e d’effetti strascina le faccende degli uomini; o l’hanno considerata solamente sull’ordine delle naturali cose, onde «Teologia naturale» essi chiamano la Metafisica, nella quale contemplano questo attributo di Dio, e ’1 confermano con l’ordine fisico che si osserva ne’ moti de’ corpi, come delle sfere, degli elementi, e nella cagion finale sopra l’altre naturali cose minori osservate. E pure sull’iconomia delle cose civili essi ne dovevano ragionare con tutta la propietà della voce, con la quale la Provvedenza fu appellata «divinità» da «divinari», «indovinare», ovvero intendere o ’1 nascosto agli uomini, ch’è l’avvenire, o ’1 nascosto degli uomini, ch’è la coscienza; ed è quella che propiamente occupa la prima e principal parte del subbietto della giurisprudenza, che son le cose divine, dalle quali dipende l’altra che 1 compie, che sono le cose umane. Laonde cotale Scienza dee essere una dimostrazione, per così dire, di fatto isterico della Provvedenza, perchè dee essere una storia degli ordini che quella, senza verun umano scorgimento o consiglio, e sovente contro essi proponimenti degli uomini, ha dato a questa gran città del gener umano; che, quantunque questo mondo sia stato criato in tempo e particolare, però gli ordini ch’ella v’ha posto sono universali ed eterni.
Per tutto ciò, entro la contemplazione di essa Provvedenza infinita ed eterna questa Scienza ritruova certe divine pruove con le quali si conferma e dimostra. Imperciochè la Provvedenza divina, avendo per sua ministra l’onnipotenza, vi debbe spiegar i suoi ordini per vie tanto facili quanto sono i naturali costumi umani; pere’ ha per consigliera la sapienza infinita, quanto vi