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[SEZIONE QUAETA] DEL METODO

Per lo intiero stabilimento de’ priricipii, i quali si sono presi di questa Scienza, ci rimane in questo primo libro di ragionare del metodo che debbe ella usare. Perchè, dovendo ella cominciare donde ne incominciò la materia, siccome si è proposto nelle Degnità 1; e si, avendo noi a ripeterla, per gli filologi, dalle pietre di Deucalione e Pirra, da’ sassi d’Anfione, dagli uomini nati da’ solchi di Cadmo o dalla dura rovere di Virgilio 2, e per gli filosofi, dalle ranocchie d’Epicuro, dalle cicale di Obbes 3, da’ semplicioni di Grozio, da’ gittati in questo mondo senza ninna cura o aiuto di Dio di Pufendorfio, goffi e fieri quanto i giganti detti «los Patacones», che dicono ritruovarsi presso lo stretto di Magaglianes, cioè da’ Polifemi d’Omero, ne’ quali Platone riconosce i primi padri nello stato delle famiglie * (questa scienza ci han dato de’ principii dell’umanità così i filologi come i filosofi!); e dovendo noi incominciar a ragionarne da che quelli incominciaron a umanamente pensare; e nella loro immane fierezza e sfrenata libertà bestiale non essendovi altro mezzo per addimesticar quella ed infrenar questa, ch’uno spaventoso pensiero d’una qualche divinità, il cui timore, come si è detto nelle Degnità &, è ’1 solo potente mezzo di ridurre in ufizio una libertà

1 Degn. evi.

2 ^n., Vili, 315.

3 L’Hobbes non parla mai di cicale. Suppongo che l’equivoco del V. sia derivato dall’avere egli troppo frettolosamente percorra Top. cit. del Paschio (cfr. p. 131 8g. n.). Il quale, 1. e, dopo aver trascritto un passo dell’Hobbes (De cive, Vili. § 1: «IIomines tamquam si esseni iain iarn subito e terra fungorum more exorti et adulti, sine ornni unius ad alterum obliffatione», ecc.), soggiunge: <t Ex quibus apparet quos cicadis Lucretius [cfr. IV, 56 e V, 801], hos fungis Hobbium similes facere homines, quorum non, minor quam brutorvmi cojna in terras 2>rimitus effusa».

  • Si veda Degù. XCVflI e le note corrispondenti.

5 Degn. XXXI.