Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/268

172 LIBRO PRIMO — SEZIONE TERZA

mal regolata fantasia, e niun esser parto d’intendimento, il qual è stato trattenuto ozioso dalle due borie che nelle Degnità i noverammo. Laonde, perchè la boria delle nazioni, d’essere stata ogniuna la prima del mondo, ci disanima di ritruovare i principii di questa Scienza da’ filologi; altronde la boria de’ dotti, i quali vogliono ciò ch’essi sanno essere stato eminentemente inteso fin dal principio del mondo, ci dispera di ritruovargli da’ filosofi: quindi, per questa ricerca, si dee far conto come se non vi fussero libri nel mondo.

Ma in tal densa notte di tenebre ond’è coverta la prima da noi lontanissima antichità, apparisce questo lume eterno, che non tramonta, di questa verità (a) la quale non si può a patto alcuno chiamar in dubbio: che questo mondo civile egli certa da’ filologi; la boria de’ dotti, che vogliono ciò che essi sanno essere stato eminentemente inteso dal principio del mondo [Cil/A^] (perchè la gloria di ciò noi sopra dimostrammo, per lo giusto calcolo ch’essi han fatto de’ tempi del mondo, essere stata de’ soli Ebrei) [S^^j^ ci dispera di ritruovargli da’ filosofi. In tal disperazione bassi a porre il leggitore che voglia profittare di questa Scienza, come se per lo di lei acquisto non ci fussero affatto libri nel mondo. Né noi Paremmo ritruovata altrimenti, senonsè la Provvedenza divina ci avesse cosi guidato nel corso de’ nostri studi che, non avendo avuto maestri, non ci determinammo da ninna passione di scuola o setta; e ’n cotal guisa, dalla bella prima che incominciammo a profondare ne’ principii dell’umanità gentilesca, sempre meno e meno soddisfaccendoci ciò che se n’era scritto, stabilimmo finalmente da ben venti anni fa di non legger più libri; come ultimamente risapemmo aver fatto con magnanimo sforzo ma con infelice evento l’inghilese Tommaso Obbes, il quale in questa parte credette di accrescere la greca filosofia, [CMA^] al riferire di Giorgio Paschio, De emditis ìiuius sascitli inventis, [SN^] e se ne vantava co’ dotti amici che, se esso come quelli avesse seguitato a leggere gli scrittori, non sarebbe più d’ogniuno di essi ^.— Ma in tal densa notte, ecc.

(a) che può servirci di cinosura onde giugniamo al desiderato porto di questa Scienza: che questo mondo, ecc.

1 Degù. III-IV.

  • Si veda più su, p. 131 «g. n.