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degli elementi 167

minores» le case nobili nuove fondate dopo le città, come furono quelle de’ padri de’ quali (a)1 Giunio Bruto, cacciati gli re, riempie il senato, quasi esausto per le morti de’ senatori fatti morire da Tarquinio Superbo.

cviii

Tale fu la divisione degli dèi: tra quelli delle genti maggiori, ovvero dèi consagrati dalle famiglie innanzi delle città, i quali appo i Greci e Latini certamente (e qui pruoverassi appo i primi Assiri, ovvero Caldei, Fenici, Egizi) furono dodici (il qual novero fu tanto famoso tra i Greci che l’intendevano con la sola parola «δώδεκα») e vanno confusamente raccolti in un distico latino riferito ne’ Principii del Diritto universale2 2; i quali però qui, nel libro secondo, con una Teogonia naturale, o sia generazione degli dèi naturalmente fatta nelle menti de’ Greci, usciranno così ordinati: Giove, Giunone; Diana, Apollo; Vulcano, Saturno, Vesta; Marte, Venere; Minerva, Mercurio; Nettunno; — e gli dèi delle genti minori, ovvero dèi consegrati appresso dai popoli, come Romolo il qual, morto, il popolo romano appellò «dio Quirino».

Per queste tre Degnità, gli tre sistemi di Grozio, di Seldeno, di Pufendorfio mancano ne’ loro principii, ch’incominciano dalle nazioni guardate tra loro nella società di tutto il gener umano; il quale appo tutte le prime nazioni, come sarà qui dimostrato, cominciò dal tempo delle famiglie, sotto gli dèi delle genti dette «maggiori».

cix

Gli uomini di corte idee stimano diritto quanto si è spiegato con le parole.Liv., II, 1.



  1. (a) Tarquinio Prisco prima e poi Giunio Bruto, ecc.»
  2. Non un distico, ma tre versi di Lucilio (Sat., ediz. Mailer, I, ix, [3], e*) riferisce il V. in CI2, c. 20: • Ut nemo [leggi: nemo ut] sii nostrum, qui [leggi: quin aut] Pater optimu’ Divum [leggi: divom] | Ut [leggi: aut] Neptunu’ Pater, Liber, Saturnu’ Pater, Mars, lanu’, Quirinu’ Pater omnes dicamur [leggi: siet ac dicatur] ad unum».