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romane ultime conosciute e con le colonie degli Europei (a) nell’Indie.
E questa stessa Degnità ci dimostra che le razze perdute degli tre figliuoli di Noè dovettero andar in un error bestiale, perchè col fuggire le fiere (delle quali la gran selva della terra doveva pur troppo abbondare) e coll’iuseguire le schive e ritrose donne (ch’in tale stato selvaggio dovevan essere sommamente ritrose e schive), e poi per cercare pascolo ed acqua, si ritruovassero dispersi per tutta la terra nel tempo che fulminò la prima volta il cielo dopo il Diluvio; onde ogni nazione gentile cominciò da un suo Giove. Perchè se avessero durato nell’umanità come il popolo di Dio vi durò, si sarebbero come quello ristati nell’Asia, che, tra per la vastità di quella gran parte del mondo e per la scarsezza allora degli uomini, non avevano ninna necessaria cagione d’abbandonare, quando non è natural costume ch’i paesi natii s’abbandonino per capriccio.
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I Fenici furono i primi navigatori del mondo antico.
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Le nazioni nella loro barbarie sono impenetrabili, che si debbono irrompere da fuori con le guerre, o da dentro spontaneamente aprire agli stranieri per l’utilità de’ commerzi, come Psammetico apri l’Egitto a’ Greci dell’Ionia e della Caria, i quali dopo i Fenici dovetter essere celebri nella negoziazione marittima; onde per le grandi ricchezze nell’Ionia si fondò il templo (a) nell’Affrica e nell’Indie occidentali ed orientali.
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riscorum, Celtarumque atque Gallo-græcorum tribus, Primordia et posteritas singulorum quæque ex his insigniores principum comitumque ac nobilitatis totius pene Germanice, Latiique et Gallice stirpes processerunt, diligenti examine historice, deniqueautorum Annaliumque, cum lectione tum collatione traduntur atque explicantur. Autore Wolfango Lazio, Viennensi Austr. Medico et invictissimi Rom. Regis Ferdinand! Historico (Basileæ, Cum imperatoriæ ac regiæ Maiestatis privilegio ad annos quindecim, 1572, in f.)