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xcvi
Dalla natia libertà eslege i nobili, quando sulle famiglie si composero le prime città, furono ritrosi ed a freno ed a peso: ecco le repubbliche aristocratiche nelle quali nobili son i signori; — dappoi, dalle plebi, cresciute in gran numero ed agguerrite, indutti a sofferire e leggi e pesi egualmente coi lor plebei: ecco i
nobili nelle repubbliche popolari; — finalmente, per aver salva la vita comoda, naturalmente inchinati alla suggezione d’un solo: ecco i nobili sotto le monarchie.
Queste due Degnità con l’altre innanzi, dalla sessantesimasesta incominciando, sono i principii della Storia ideal eterna la quale si è sopra detta.
xcvii
Si conceda ciò che ragion non offende, col dimandarsi che dopo il Diluvio gli uomini prima abitarono sopra i monti, alquanto tempo appresso calarono alle pianure, dopo lunga età finalmente si assicurarono di condursi a’ lidi del mare.
xcviii
Appresso Strabone1 è un luogo d’oro di Platone2, che dice, dopo i particolari diluvi ogigio e deucalionio aver gli uomini abitato nelle grotte sui monti, e gli riconosce ne’ Polifemi, ne’ quali altrove3 rincontra i primi padri di famiglia del mondo;
- ↑ XIII, 1, 25.
- ↑ Plat., Leges, lib. III, pp. 677-680 a.
- ↑ Non altrove, ma ibid., p. 680 b. Il passo, per altro, suona così: «Δοκοῦσι μοι πάντες τὴν ἐν τούτῳ τῷ χρόνῳ πολιτείαν δυναστείαν καλεῖν, ὴ καὶ νῦν ἔτι πολλαχοῦ καὶ ἐν ́Ελλησι καὶ κατά βαρβάρους ἐστι̇ λέγει δ'αὐτήν που καὶ ῍Ομηρος γεγονέναι περί τήν τῶν Κυκλὦπων οἳκησιν, εἰπών̣ Τοῖσίν δ'οὔτ'ἀγοραί βουληφόροι οὒτε θέμιστες. ̉ Αλλ'οἲ γ'ὔψηλῶν ὀρέων ναίουσι κάρηνα. ̉ Εν σπέσσι γλαφυροῖσι, θεμιστεὺει δὲ ἒκαστος Παίδων ἠδ'ἀλόχων, οὐδ'ἀλλήλων ἀλέγουσιν».