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re in casa ministravan le leggi, fuori amministravan le guerre (a)1, ed erano capi della religione.
Questa Degnità cade tutta a livello ne’ due regni eroici di Teseo e di Romolo; come di quello si può osservar in Plutarco nella di lui vita, e di questo sulla storia romana, con supplire la storia greca con la romana, ove Tullio Ostilio ministra la legge nell’accusa d’Orazio (b)2 3. E gli re romani erano ancora re delle cose sagre, detti «reges sacrorum»; onde, cacciati gli re da Roma, per la certezza delle cerimonie divine ne orlavano uno che si dicesse «rex sacrorum», ch’era il capo de’ feciali, sia degli araldi (c)4.
lxxxv
E pur luogo d’oro d’Aristotile ne’ medesimi libri ove riferisce che l’antiche repubbliche non avevano leggi da punire l’of-
- ↑ (a)[CMA3] ed erano prefetti delle divine cerimonie, [SN2] e che i regni antichi si diferivano per elezione, non per successione; il quale civil costume riputa esser propio dei barbari [CMA3] (il qual ultimo detto sarà da noi esaminato nel libro quarto). [SN2] Di questa Degnità la prima parte per la lxxviii [lxxxii] è conseguenza della lxvii [lxxii]; la seconda cade tutta a livello, ecc.
- ↑ (b) e perchè le leggi èrano osservate come cose sagre ne’ tempi eroici, i re romani, ecc.
- ↑ Cfr. lib. II, sez. II, cap. VII, § 7.
- ↑ (c) E sì, nelle persone degli re eroici passarono unite sapienza di leggi, sacerdozio di cerimonie divine e regno d’armi; e l’uno e l’altro regno si diferi per elezione: l’ateniese tino a’ Pisistratidi, il romano fin a’ Tarquini. Né turba queste da noi dette cose il regno spartano (che fu eroico), nel quale succedevano i soli Eraclidi; perchè, come si spiegherà dentro, vi venivano per elezione i nobili della razza di Ercole.
- ↑ II Weber cita Polit., II, 5. Ma né a questo posto, né in tutti i libri politici (e nemmeno nell'Etica nichomachea e nella Rettorica, ove avrebbe potuto essere per la materia che concerne) si trova il «luogo d’oro» che il V. attribuisce ad Aristotele. Parimente negativa é riuscita l’indagine nell'Index aristotelicus del Bonitz, sotto le parole greche corrispondenti a quelle adoperate dal V. Quindi: a) o il V. lesse la Politica con un comento in cui poteva essere qualche frase somigliante al suo