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lxxi
I natii costumi, e sopra tutto quello della natural libertà, non si cangiano tutti ad un tratto, ma per gradi e con lungo tempo.
lxxii
Posto che le nazioni tutte cominciarono da un culto di una qualche divinità, i padri nello stato delle famiglie dovetter esser i sappienti in divinità d’auspicii, i sacerdoti che sagrificavano per proccurargli o sia ben intendergli, e gli re che portavano le divine leggi alle loro famiglie.
lxxiii
È volgar tradizione che i primi i quali governarono il mondo furono re.
lxxiv
È altra volgar tradizione ch’i primi re si criavano per natura i più degni.
lxxv
E volgar tradizione ancora ch’i primi re furono sappienti, onde Platone1 con vano voto disiderava questi antichissimi tempi ne’ quali o i filosofi regnavano o filosofavano i re.
Tutte queste Degnità dimostrano che nelle persone de’ primi padri andarono uniti sapienza, sacerdozio e regno, e ’l regno e ’l sacerdozio erano dipendenze della sapienza, non già riposta di filosofi, ma volgare di legislatori (a)1; e perciò dappoi in tutte le nazioni i sacerdoti andarono coronati.
- ↑ (a) [CMA3] Queste due Degnità accennano qui la propietà de’ regni eroici, della quale udiremo Aristotile in una Degnità poco appresso2.