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146 | libro primo — sezione seconda |
lxviii
Nel gener umano prima surgono immani e goffi, qual’i Polifemi; poi magnanimi ed orgogliosi, quali gli Achilli; quindi valorosi e giusti, quali gli Aristidi, gli Scipioni Affricani; più a noi1 gli appariscenti con grand’immagini di virtù che s’accompagnano con grandi vizi, ch’appo il volgo fanno strepito di vera gloria, quali gli Alessandri e i Cesari; più oltre i tristi riflessivi, qual’i Tiberi; finalmente i furiosi dissoluti e sfacciati, qual’i Caligoli, i Neroni, i Domiziani.
Questa Degnità dimostra che i primi abbisognarono per ubbidire l’uomo all’uomo nello stato delle famiglie, e disporlo ad ubbidir alle leggi nello stato ch’aveva a venire delle città; i secondi, che naturalmente non cedevano a’ loro pari, per istabilire
sulle famiglie le repubbliche di forma aristocratica; i terzi, per aprirvi la strada alla libertà popolare; i quarti, per introdurvi le monarchie; i quinti, per istabilirle; i sesti, per rovesciarle.
E questa con l’antecedenti Degnità danno una parte de’ principii della Storia ideal eterna, sulla quale corrono in tempo tutte le nazioni ne’ loro sorgimenti, progressi, stati, decadenze e fini.
lxix
I governi debbon essere conformi alla natura degli uomini governati.
Questa Degnità dimostra che per natura di cose umane civili la scuola pubblica de’ principi è la morale de’ popoli.
lxx
Si conceda ciò che non ripugna in natura e qui poi truoverassi vero di fatto: che dallo stato nefario del mondo eslege si ritirarono prima alquanti pochi più robusti, che fondarono le famiglie, con le quali e per le quali ridussero i campi a coltura; e gli altri molti lunga età dopo se ne ritirarono, rifuggendo alle terre colte di questi padri.
- ↑ Si supplisca: «vicini» o altro termine equivalente. In SN2 il V. aveva scritto: «più innanzi».