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144 libro primo — sezione seconda

Tutte queste Degnità, dalla quarantesimaseconda incominciando, insieme con le sopra proposte per principii di tutte l’altre1, compiono tutta la ragion poetica nelle sue parti, che sono: la favola, il costume e suo decoro, la sentenza, la locuzione e la di lei evidenza, l’allegoria, il canto e per ultimo il verso. E le sette ultime convincon altresì che fu prima il parlar in verso e poi il parlar in prosa appo tutte le nazioni.

lxiii

La mente umana è inchinata naturalmente co’ sensi a vedersi fuori nel corpo, e con molta difficultà per mezzo della reflessione ad intendere sé medesima.

Questa Degnità ne dà l’universal principio d’etimologia in tutte le lingue, nelle qual’i vocaboli sono trasportati da’ corpi e dalle propietà de’ corpi a significare le cose della mente e dell’animo.

lxiv

L’ordine dell’idee dee procedere secondo l’ordine delle cose.

lxv

L’ordine delle cose umane procedette: che prima furono le selve, dopo i tuguri, quindi i villaggi, appresso le città, finalmente l’accademie.

Questa Degnità è un gran principio d’etimologia: che secondo questa serie di cose umane si debbano narrare le storie delle voci delle lingue natie, come osserviamo nella lingua latina quasi tutto il corpo delle sue voci aver origini selvagge e contadinesche. Come per cagion d’esemplo «lex» che dapprima dovett’essere «raccolta di ghiande» (a)1», da cui crediamo detta



  1. (a) [CM44] ond’è «illix» da Plauto detta «la meretrice» 2, da cui crediamo detta «ilex», quasi «illex», l’elce, ecc.
    1. Cioè dalla i alla xxii.
    2. Propriamente Plaut, Asinaria, I, sc. 3, vv. 67-8, dice: «ædis nobis area’ st, auceps sum ego, Esca est meretrix, lectus inlix est, amatores aveis».