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140 | libro primo — sezione seconda |
E questa Degnità daranne il principio di ciò: che tutte l’arti del necessario, utile, comodo e ’n buona parte anco dell’umano piacere, si ritruovarono ne’ secoli poetici, innanzi di venir i filosofi; perchè l’arti non sono altro ch’imitazioni della natura e poesie in un certo modo reali.
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Gli uomini prima sentono senz’avvertire, dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura.
Questa Degnità è ’l principio delle sentenze poetiche, che sono formate con sensi di passioni e d’affetti (a)1, a differenza delle sentenze filosofiche, che si formano dalla riflessione con raziocini; onde queste più s’appressano al vero quanto più s’innalzano agli universali, e quelle sono più certe quanto più s’appropiano a’ particolari (b)2.
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Gli uomini le cose dubbie ovvero oscure che lor appartengono, naturalmente interpetrano secondo le loro nature e quindi uscite passioni e costumi.
Questa Degnità è un gran canone della nostra mitologia, per lo quale le favole, trovate da’ primi uomini selvaggi e crudi tutte severe, convenevolmente alla fondazione delle nazioni che venivano dalla feroce libertà bestiale, poiché col lungo volger degli anni e cangiar de’ costumi furon impropiate, alterate, oscurate ne’ tempi dissoluti e corrotti anco innanzi d’Omero; perchè agli uomini greci importava la religione, temendo di non avere gli dèi così contrari a’ loro voti come contrari eran a’ loro costumi,