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degli elementi 133

ch’una volta che gli uomini sono sorpresi da una spaventosa superstizione, a quella richiamano tutto ciò ch’essi immaginano, vedono ed anche fanno.

xxxv

La maraviglia è figliuola dell’ignoranza; e quanto l’effetto ammirato è più grande, tanto più a proporzione cresce la maraviglia.

xxxvi

La fantasia tanto è più robusta quanto è più debole il raziocinio.

xxxvii

Il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso e passione; ed è propietà de’ fanciulli di prender cose inanimate tra mani e trastullandosi, favellarci come se fassero, quelle, persone vive.Questa Degnità filologico-filosofica ne appruova che gli uomini del mondo fanciullo per natura furono sublimi poeti.

xxxviii

E un luogo d’oro di Lattanzio Firmiano quello ove ragiona dell’origini dell’idolatria, dicendo1: «Rudes initio homines deos appellarunt sive ob miraculum virtutis (hoc vero putabant rudes adhuc et simplices) (a)2; sive, ut fieri solet, in admirationem præ-



  1. Div. Inst., I, 15: «Si enìm nulli reges ante Saturnutn vel Uranum fuerunt propter hominum raritatem, qui agrestem vitam sine ullo rectore vivebani; non est dubium quin illis temporibus homines regeni ipsum totumque gentem summis laudibus ac novis honoribus iactare cœperint, ut etiam «deos» appellarent, sive ob miraculum.... in adulationem præsentis potentiæ,» ecc.
  2. (a) (come gli Americani ogni cosa nuova o grande chiamano «dèi»), sive ecc.