Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/222

126 libro primo — sezione seconda

Questa lingua è propia di questa Scienza. Col lume della quale, se i dotti v’attenderanno, potranno formar un vocabolario mentale, comune a tutte le lingue articolate diverse, morte e viventi; di cui abbiamo dato un saggio particolare nella Scienza nuova la prima volta stampata1, ove abbiamo provato i nomi de’ primi padri di famiglia in un gran numero di lingue morte e viventi, dati loro per le diverse propietà ch’ebbero nello stato delle famiglie e delle prime repubbliche, nel qual tempo le nazioni si formaron le lingue. Del qual vocabolario noi, per quanto ci permette la nostra scarsa erudizione, facciamo qui uso in tutte le cose che ragioniamo.

Di tutte l’anzidette proposizioni, la prima, seconda, terza e quarta ne danno i fondamenti delle confutazioni di tutto ciò che si è finor oppinato d’intorno a’ principii dell’umanità, le quali si prendono dalle inverisimiglianze, assurdi (a)2, contradizioni, impossibilità di cotali oppenioni. Le seguenti, dalla quinta fin alla decimaquinta, le quali ne danno i fondamenti del vero, serviranno a meditare questo mondo di nazioni nella sua idea eterna, per quella propietà di ciascuna scienza, avvertita da Aristotile, che (b)3: «Scientia debet esse de universalihus et ceternis». L’ultime, dalla decimaquinta fin alla ventesimaseconda le quali ne daranno i fondamenti del certo, si adopreranno a veder in fatti questo mondo di nazioni quale l’abbiamo meditato in idea, giusta il metodo di filosofare più accertato (c)4 di Francesco Bacone

  1. Si vegga l’Appendice.
  2. (a) [CMA3] sconcezze, contradizioni e impossibilità di cotali oppenioni. Ma di queste quattro la prima ne darà altresì i primi fondamenti delle ragioni con le quali questa Scienza stabilisce i principii dell’umanità gentilesca, che si truoveranuo esser quelli della poesia,a cagion che i di lei fondatori per la loro somma ignoranza faccendosi regola dell’universo, con le loro favole formarono gli tre mondi descritti nella dipintura, cioè quello degli dèi, quello della natura e quello loro propio degli uomini. Le seguenti, ecc.
  3. (b) [CMA3] Scientiæ dehent esse de æternis et immutabilibus».
  4. (c) [CMA3] e più profittevole in filosofare, ecc.