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degli elementi | 125 |
cotal acerbezza di menti contratta dal corpo, che si potrebbe dire «la barbarie degl’intelletti», passando ancor crudi agli studi troppo assottigliati di critica metafisica e d’algebra, divengono
per tutta la vita affilatissimi nella loro maniera di pensare e si rendono inabili ad ogni grande lavoro.
Ma col più meditare quest’opera, ritruovammo altra cagione di tal eifetto, la qual forse è più propia: che Romolo fondò Roma in mezzo ad altre più antiche città del Lazio, e fondolla con aprirvi l’asilo (che Livio diffinisce generalmente «vetus urbes condentium consilium»1; perchè, durando ancora le violenze, egli naturalmente ordinò la romana sulla pianta sulla quale si erano fondate le prime città del mondo. Laonde da tali stessi principii progredendo i romani costumi, in tempi che le lingue volgari del Lazio avevano fatto di molti avvanzi, dovette avvenire che le cose civili romane, le qual’i popoli greci avevano spiegato con lingua eroica, essi spiegarono con lingua volgare; onde la storia romana antica si truoverà essere una perpetua mitologia della storia eroica de’ Greci. E questa dev’essere la cagione perchè i Romani furono gli eroi del mondo: perocché Roma manomise l’altre città del Lazio, quindi l’ItaHa e per ultimo il mondo, essendo tra’ Romani giovine l’eroismo; mentre tra gli altri popoli del Lazio, da’ quali, vinti, provenne tutta la romana grandezza, aveva dovuto incominciar a invecchiarsi.
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E necessario che vi sia nella natura delle cose umane una lingua mentale comune a tutte le nazioni, la quale uniformemente intenda la sostanza delle cose agibili nell’umana vita socievole, e la spieghi con tante diverse modificazioni per quanti diversi aspetti possan aver esse cose; siccome lo sperimentiamo vero ne’ proverbi, che sono massime di sapienza volgare, l'istesse in sostanza intese da tutte le nazioni antiche e moderne, quante elleno sono, per tanti diversi aspetti significate.
- ↑ I, 8. Si vegga p. 111.