Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/160

64 libro primo - sezione prima

per geroglifici1. E questi due potentissimi re attraversano con due grandissimi eserciti l’Asia, e non la fanno provincia o di Scizia d’Egitto, e la lasciano in tanta libertà ch’ivi poi surse la prima monarchia delle quattro più famose del mondo, che fu quella d’Assiria!

Perciò, forse, in cotal contesa d’antichità non mancarono d’entrar in mezzo i Caldei, pur nazione mediterranea e, come dimostreremo, più antica dell’altre due, i quali vanamente vantavano di conservare le osservazioni astronomiche di ben ventiottomila anni: che forse diede il motivo a Flavio Giuseppe Ebreo2 di credere con errore l’osservazioni antidiluviane descritte nelle due colonne, una di marmo ed un’altra di mattoni, innalzate incontro a’ due diluvi, e d’aver esso veduta nella Shùa quella di marmo. Tanto importava alle nazioni antiche di conservare le memorie astronomiche; il qual senso fu morto affatto tralle nazioni che loro vennero appresso! Onde tal colonna è da riporsi nel museo della credulità.

Ma così i Chinesi si sono truovati scriver per geroglifici, come anticamente gli Egizi e, più degli Egizi, gli Sciti, i quali nemmeno gli sapevano scrivere. E non avendo per molte migliaia d’anni avuto commerzio con altre nazioni dalle quali potesser esser informati della vera antichità del mondo, com’uomo che dormendo sia chhiso in un’oscura picciolissima stanza, nell’orror delle tenebre la crede certamente molto maggiore di quello che con mani la toccherà; cosi, nel buio della loro cronologia, han fatto i Chinesi e gli Egizi e, con entrambi, i Caldei. Pure, benché il padre Michel



    rie che racconta Erodoto aver vedute sparse per l’Asia3, e debbon esser altresì le conquiste che ’l sacerdote egizio diceva a Germanico aver fatto il suo Rampse, re d’Egitto, nella Licia e nella Bitinia.

  1. Si vegga lib. II, sez. II, cap. IV.
  2. Ant. iud., 1, 2 (3), 3.
  3. Allusione forse alle colonne che Sesostri faceva erigere nei paesi conquistati, sulle quali erano incisi «τó τε ἑωυτοῦ οὔνομα καὶ τὴς πάτρης, καὶ ὡς δυνάμι τῇ ἑωυτοῦς κατεστρέψατό σφεας». Cfr. Herod., II, 102, il quale dice anche (II, 106) di averne viste alcune in Siria, in cui era la predetta iscrizione nonché «γυναικός αῖδoῖα»