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annotazioni alla tavola cronologica 61

cito, in un luogo d’oro1, si narra questo: «novarum religionum avida»), tra per la pregiudicata oppenione della loro sformata antichità, la quale vanamente vantavano sopra tutte l’altre nazioni del mondo, e quindi d’aver signoreggiato anticamente ad una gran parte del mondo; e perchè non sapevano la guisa come tra’ gentili, senza ch’i popoli sapessero nulla gli uni degli altri, divisamente nacquero idee uniformi degli dèi e degli eroi (lo che dentro appieno sarà dimostro), tutte le false divinitadi, ch’essi dalle nazioni che vi concorrevano per gli marittimi traffichi udivano esser sparse per lo resto del mondo, credettero esser uscite dal lor Egitto, e che ’l loro Giove Ammone fusse lo più antico di tutti (de’ quali ogni nazione gentile n’ebbe uno), e che gli Ercoli di tutte l’altre nazioni, de’ quali Varrone giunse a noverare quaranta2, avessero preso il nome dal lor Ercole egizio, come l’uno e l’altro ci vien narrato da Tacito3. E con tutto ciò che Diodoro Siculo, il quale visse a’ tempi d’Augusto, gli adorni di troppo vantaggiosi giudizi, non dà agli Egizi maggior antichità che di duemila anni4; e i di lui giudizi sono rovesciati da Giacomo Cappello, nella sua Storia sagra ed egiziaca5, che gli stima tali quali Senofonte aveva innanzi attaccati a Ciro6



  1. Questo «luogo d’oro» non si trova nè in Tacito nè nei non pochi scrittori che parlano della volubilità degli Egiziani. Qualcosa di simile, per altro, è in Flavio Vopisco, Saturninus, c. 7: «Sunt Ægyptii viri ventosi, furibundi, iactantes, iniuriosi atque adeo vani, liberi, novarum rerum, usque ad cantilenas publicas cupientes».
  2. Serv., Ad Ænead., VIII, 564: «....sicut et Varro dicit, omnes, qui fecerant fortiter, Hercules vocabantur: licet eos primos XLIII [non quaranta] enumeraverit. Hinc est quod legimus Herculem Tirynthium, Argivum, Thebanum, Libym», ecc. Cfr. sul diverso numero di Ercoli in Diodoro, Cicerone e Giovanni Lido, Garofalo, pp. 27-9.
  3. Ann., II, 60. Ma Tacito parla solamente di Ercole egizio, senza far menzione di Giove Ammone.
  4. I, 23 (24). — Per altro Diodoro, non che limitarsi a duemila anni, parla di più di diecimila (πλεὶω τῶν μυρίων); anzi soggiunge che taluni si spingevano fino a ventitremila anni.
  5. Historia sacra et exotica [non: ægyptiaca] ab Adamo usque ad Augustum, demonstrationibus mathematicis fulta et documentis ethicis locupletata, Autore Iacobo Cappello (Sedani, Ex Typogr. Ioh. Iannon., M. DC. XIII., Cum privilegio Christianissimi regis), p. 43, in cui si allega il passo di Diodoro citato nella nota precedente e si riduce l’origine degli Egizi al 2222 a. C.
  6. Che cosa voglia dire il V. non s’intende bene. A ogni modo, nessuno accenno nè a Senofonte nè a Ciro fa, nel l. c., il Cappello. Ma forse il V. pensava alle pp. 329-332 (sub ann. mundi 3596), in cui si parla della morte di Ciro e si cita spesso