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52 | idea dell'opera |
- ↑ XI, 7, in cui si dice «illum, non ullum». I «rei uomini», che dicono ciò a Claudio per persuaderlo a non far ripristinare il disposto della Lex Cincia, «qua cavetur antiquitus: «ne quis, ob caussam orandam, pecuniam donumve accipiat» (ibid., c. 5), sono P. Suilio «continuus et sævus accusandis reis (ibid., c. 5), e Cosenziano Capitone, genero di Tigellino (XVI, 17), e «ad scelits promptus» (XVI, 26).
- ↑ Tac., l.c.: «Ut minus decora hæc, ita haud frustra dieta princeps ratus, capiendis pecuniis posuit modum, usque ad dena sestertia, quem egressi repetundarum tenerentur».
esse ut æternitatem famce spe præsumat?» rincontra, di grazia, negli Annali di Tacito1
Conchiudiamo, finalmente, con questi pochi seguenti avvisi per alcun giovine che voglia profittare di questa Scienza.
I. — Primieramente, ella fa il suo lavoro tutto metafisico ed astratto nella sua idea. Onde ti è bisogno nel leggerla di spogliarti d’ogni corpolenza e di tutto ciò che da quella alla nostra pura mente proviene, e quindi per un poco addormentare la fantasia e sopir la memoria. Perchè, se queste facultà vi son deste, la mente non può ridursi in istato d’un puro intendimento, informe d’ogni forma particolare; per lo che non potravvi affatto indurvisi la forma di questa Scienza, e per tua colpa darai in quell’uscita: — «che non s’intenda».
II. — Ella ragiona con uno stretto metodo geometrico, con cui da vero passa ad immediato vero, e così vi fa le sue conclusioni. Laonde, ti è bisogno di aver fatto l’abito del ragionar geometricamente; e perciò non aprire a sorte questi libri per leggerli, né per salti, ma continovarne la lezione da capo a’ piedi. E dèi attendere se le premesse sieno vere e ben ordinate, e non maravigliarti se quasi tutte le conchiusioni n’escano maravigliose (lo che sovente avviene in essa geometria, come quella, per esemplo, delle due linee paralelle che tra loro in infinito sempre s’accostano e non mai si toccano); perchè la conseguenza
è turbata dalla fantasia, ma le premesse s’attennero alla pura ragion astratta.
III.— Suppone la medesima una grande e varia così dottrina com’erudizione, dalle quali si prendono le verità come già da te conosciute, e se ne serve come di termini per far le sue proposizioni. Il perchè, se non sei di tutte pienamente fornito, vedi che tu non abbia il principio nell’ultima disposizion di riceverla.
IV. — Oltre a cotal suppellettile, ti fa d’uopo d’una mente comprensiva, perchè non è cosa che da questa Scienza ragionasi nella